mercoledì 14 ottobre 2015

Futura'98 1 - 4 AC Mengaroni

Prendere le redini di Domenico “Maurizio Mosca” Ricci è un’impresa quasi impossibile, il mister prova a cimentarsi in questa ardua esperienza lasciando ai posteri commenti e insulti. 
Prima partita di campionato e la truppa giallo nera riparte da dove si era fermata in tutto e per tutto; stesso avversario, stesso campo, stesso orario e purtroppo stesso identico epilogo, una sconfitta che fa male ma se nella precedente occasione era costata l’eliminazione dalla fase finale in quel di giovedì era fortunatamente solo la prima del campionato. 
La Futura si presenta al campo stile scampagnata del primo di maggio, l’allegra compagnia è composta dal solito gruppo di vecchie glorie e un manipolo di giovani dalle baldanzose speranze; per l’occasione la società Real Gimarra rispolvera uno spogliatoio stile casetta dei sette nani dove cambiarsi è un’impresa quanto quella di Massi di riuscire ad andare a San Pietroburgo. 
Il mister nel ruolo di mister, dirigente accompagnatore, medico sociale, fisioterapista, dama di compagnia, maestra d’asilo cerca di districarsi tra documenti, mutande e calzettoni riuscendo a riportare l’ordine nella truppa solo quando decide di stiparla, per le parole di rito prepartita, all’interno del bar minimal gimarrese 
Dopo le raccomandazioni di rito, la predica dell’irreprensibile giacchetta nera su distanze e linguaggio da bar,  i giallo neri scendono in campo nell’ormai collaudato modulo 3 3 1. 
A difesa delle porte quest’anno in versione lavaggio sbagliato, mister Brandoni schiera in porta uno sconsolato Murgolo che già annusava nell’aria altri profumi e invece si ritrova tra le mutande sudate di Martinelli e i calzettoni non lavati della stagione scorsa di Dello; in difesa orfano di tre difensori sinistri rispolvera in quel ruolo un arrugginito sindaco del Fenile, il Baresi di Piandi al centro e papà Mengucci sulla destra. A centrocampo Capitan Futuro Martinelli con la fascia di capitano a dettare i tempi delle incursioni supportato a sx dal redivivo Purcaro e a destra da un tonico Frausini. Punta unica la boa, non per il suo fisico longilineo, Dell’Onte “Oro Auto” Andrea. 
Panchina estremamente affollata dove a suon di gomitate e morsi gli anziani Tonelli e Amagliani e il futuro sposo Ferri riescono a guadagnarsi il meritato posto a sedere. 
Pronti via e la Futura prende subito il controllo delle operazioni; solito fraseggio palla a terra con Martinelli ispirato che intercetta ogni pallone a centrocampo cercando scambi con i compagni di reparto. Buon inizio se consideriamo che qualcuno degli otto in campo doveva ancora smaltire i cappelletti del pranzo di Natale e la faraona di Pasqua. 
Poi strano ma vero (solito film visto e rivisto per una stagione passata intera), gli avversari passano in vantaggio, diagonale stretto della punta pesarese che beffa sul proprio palo un Murgolo in versione “sognando Svetlana”. 
Attimo di panico tra le file giallo nere che faticano non poco a riprendersi dall’improvviso svantaggio; Carloncini sulla sua fascia di competenza, cerca di tenere testa al proprio dirimpettaio tesserato direttamente dalle Guardie Svizzere papaliMengu “smadonna” come dopo una nottata a cambiar pannolini e preparare biberon e nel mezzo l’anarchia regna sovrana. Dello là davanti fa quel che po’ ma lontano da ogni azione trova solo il modo per vendere una Fiat Uno dell’85 con 360.000 km al portiere psares!!! 
Piano piano ci risolleviamo dalle ceneri e un Dell’Onte in versione goleador ci riporta sul meritato pareggio; sembra il preludio di un cambio di tendenza ma fedeli alla nostra linea rispolveriamo i panni della mitica Longobarda e Massi si fa fotografare dalla punta avversaria per il nuovo inaspettato sorpasso del Mengaroni. 
Mister Brandoni la prende con filosofia e inaudita calma; girandola di cambi alla Oronzo Cana prova il modulo 5 5 5, la doppia M alla Mazzarri, il modulo della farfalla facendo accomodare in panchina Carloncini per fascetta Merli, Purcaro per il giovine Luzi, Frausini per il paramedico Fabbroni sceso in campo con le ciabattine da salotto e al centro cambio di regia tra capitan Martinelli e il veterano Amagliani che ci mette qualche minuto per spolverarsi di dosso tossine polveri e ragnatele accumulate di anni di inattività sportiva. 
Spino prende il posto di un Dell’Onte stremato e spaesato alla ricerca un Kinder Bueno nella panchina pesarese; neanche il tempo di digerire il nuovo assetto che il fiscalissimo arbitro decreta la fine del primo tempo, non prima che mister Brandoni abbia richiamato uno scivoloso Fabbroni in panchina per fare esordire il giovane baldo Amadei. 
Secondo tempo sulla falsa riga del primo con la Futura che macina gioco si procura un paio di belle occasioni per poter pareggiare ma il portiere avversario ci mette del suo per negare la gioia del goal. 
Murgolo per non essere da meno si libera dei pensieri peccaminosi della provocante Svetlana e sfodera due interventi prodigiosi che riscattano le incertezze iniziali.  
La panchina affollatissima reclama urgenti cambi per poter indirizzare la partita verso risultati più consoni; dentro il futuro sposo Ferri a minutaggio ridotto dopo che il mister ha ricevuto una supplica dalla sua prossima dolce metà, Tonelli dinamico come ai tempi del CSI stagione 1989/90 e Grassi in cabina di regia per un Amagliani alla ricerca della bombola di ossigeno perduta. 
Il risultato non cambia e il mister sposta inevitabilmente il baricentro della squadra dieci metri più avanti con un modulo tremendamente a trazione anteriore con Tonelli nell’insolito ruolo di difensore centrale lasciato da solo a fare a sportellate con il difensore avversario. 
Ultimi cambi e ultime chance con il gruppo dei senatori in campo a cercare la via del gol; come spesso ci accade nel momento di maggior spinta arriva la doccia fredda e nel giro di pochi minuti su due contropiedi subiamo in successione l’1 a 3 e l’1 a 4. 
La disperazione ci spinge ancora in avanti per rendere il passivo meno pesante ma nemmeno i minuti di recupero ci aiutano in questo. 
Finale Futura 98 – Mengaroni 1 a 4. 
Di seguito le pagelle ignoranti come le mutande di Martinelli e le fascette di Danilo 
Murgolo voto 5 di media per un primo tempo da 2 e un secondo da 8; sperava e voleva essere a ottobre a San Pietroburgo in compagnia di Svetlana, Tatiana, Fabiana ……. e invece si ritrova in un campo in mezzo ad altri 15 maschioni e per tutto il primo tempo non riesce ad attutire il colpo. Si scongela nel secondo tempo dai pensieri caldo/gelidi russi e ci mette la pezza come il ragno nero Yashin 
Carloncini voto 5; da sindaco del Fenile ci si aspettava pugno di ferro e decisioni importanti invece rimedia un dubbio colpo (nessuno lo ha visto) su un contrasto aereo con l’avversario e decide di ritirarsi dalla partita mentre la nave affonda. Incompleto come la ciclabile del Fenile. 
Allegretti voto 6; servirebbe esperienza e sangue freddo davanti alla nostra area di rigore, un po’ banchiere e un po’ correntista da una parte toglie e dall’altra regala agli avversari. Galleggia sulla sufficienza come i buoni del tesoro della Banca Popolare di Ancona  
Mengucci voto 6; dopo dieci minuti si chiede se era meglio venire a giocare o rimanere a casa tra pannolini maleodoranti e la signora che frega il telecomando della televisione per vedere il film strappalacrime più assurdo del momento. Dopo quattro “a li mortacci” a mezza squadra si cala nella parte e fa il suo come sempre da buon padre di famiglia. 
Purcaro voto 6; con il nuovo look non lo riconosce nessuno e i suoi compagni di reparto non gli passano sistematicamente la palla scambiandolo per un avversario. Tanta corsa e tanto impegno come al solito ma ogni volta che prova a liberare il tiro sono dolori per le antenne del vicinato. Dicono che abbia aperto un’azienda agricola ………. ma cosa coltiva???!!! 
Martinelli voto 6; il capitano è sempre il capitano nel bene e nel male. In panchina sul secondo gol  avversario ha imprecato in uzbeco stretto, ha sbranato la felpa di Fabbroni e poi ha predicato calma con la sua solita pacatezza; in campo si è sbattuto ma orfano di Antognozzi si sente solo e depresso e finisce nel marasma generale. 
Frausini voto 5,5; fa dodici campionati tra cui quello di curling e boccia alla lunga. Fa fatica a ricordarsi i ruoli e chi sono i compagni di squadra …… anche l’urlo di battaglia non è il suo, più simile al coro delle voci bianche della Scala. Pista pista su quella fascia ma come il resto dei compagni tanta voglia ma poco costrutto. Da Super Saian a Super Natural.  
Dell’Onte voto 6; come i kg che il mister si è messo in testa di fargli perdere da qui alle fave dei morti. Ha il merito di aver sporcato la tabella marcatori e aver segnato il gol della bandiera: in settimana si era argomentato molto sui suoi no look old school ma dopo quindici minuti di gioco si ricorda di avere la stessa autonomia del serbatoio della Suzuki Swift e deve alzare bandiera bianca.  
Fabbroni voto 5; arriva al campo chiedendo un paio di pantaloncini, un cambio di mutande, due calzettoni neri, un paio di scarpe con le tredici del suo numero preciso altrimenti gli vengono le vesciche, un doccia schiuma, una bottiglia di birra, un cannone e venti euro per il sabato sera. Gioca a corrente alternata come Valentino Rossi a Misano con le gomme da asciutto. Da rivedere la prossima partita ai raggi x. 
Merli voto 6; meriterebbe mezzo voto in più ma l’ignoranza con cui fa un fallo sull’avversario a due centimetri dalla riga di fondo dopo averlo deliberatamente lasciato andare solitario e la solita piroetta con cui perde palla e mette in moto anche la punta pesarese più lenta gli costano il podio dei migliori in campo. Non è un difensore e si vede, non è un esterno di centrocampo e si vede ma il mister lo fa giocare grazie a sostanziosi bonifici nel dopo gara. 
Tonelli voto 6; nel dopo partita prende il mister da una parte chiedendogli se c’erano dei birilli da raccogliere e dei palloni da mettere nella sacca. Parte difensore centrale alle prese con il trottolino pesarese, sale a centrocampo a dare manforte a Martinelli, finisce davanti in cerca di gloria. E’ come il pomodoro, dove lo metti sta. 
Amagliani voto 5,5 di stima; inizia dal martedì a tampinare il mister con messaggi del tipo “sono teso”, “avverto la tensione”, “non riesco a rendermi conto”. Pensa che il comunale di Gimarra sia come il Cibali di Catania, entra in campo fresco come una rosa, ne esce smunto come un crisantemo. Tanta sostanza e esperienza in attesa della forma migliore. 
Luzi voto 6; sulla fascia sx ha consumato il sintetico in un moto perpetuo per tutta la partita anche perché Danilo da dietro non gli dà una dritta neanche a pagare, da buon genovese braccino corto. Quando vede che nessuno gli passa un pallone cerca belle speranze sulla fascia opposta non sapendo che da quelle parti scorrazza Fabbroni ignorante come pochi che vede solo i suoi piedi e la riga della fascia laterale. Non tira mai indietro la gamba e questo è un buon segno in un gruppo di signorine 
Amadei voto 6; il mister lo schiera in una zona di campo che non conosce, la fascia destra, come a dire di far giocare Allegretti punta centrale. Ci mette tanta voglia ma lui è abituato con righe curve bianche e vederne una infinita rettilinea gli fa confusione; fare meglio di Fabbroni non era compito difficile ma comunque riesce bene nell’intento. 
Ferri voto 8; questo vuol dire voler far parte di un gruppo. Per venire a giocare rischia la scomunica dal prete, l’annullamento del matrimonio da parte della signora, il linciaggio dei parenti e il turno di notte allo Scimitar a controllare se le pompe funzionano. Il mister gli concede pochi minuti per evitare di ritrovarsi la macumba della signora Ferri per anni, si sbatte come sempre sembra il cane di Antognozzi quando lo lascia libero al parco con la palla.  
Spino voto 5,5; di palle la davanti ne arrivano con il contagocce. Prima cerca fortuna sulla fascia con pochi risultati, poi visto che i compagni non gliene danno, d’ignoranza se ne conquista una per battere un fallo laterale togliendola dalle mani di un basito Mengu, poi preso dalla disperazione al momento del cambio ruba un pallone dalla panchina pesarese e se ne va sconsolato. 
Grassi voto 5; in panchina, in attesa di entrare, rivanga per la millesima volta i torbidi pensieri della partita persa in quel di Urbania per un fallo su Antognozzi. Entra nel momento più complicato dove l’anarchia era totale, cerca di dare ordine e geometrie come con il migliore dei rendering ma al cambio assomiglia di più all’urlo di Munch!!!   
Mister voto non pervenuto, sarebbe come chiedere ad una donna quanto pesa o quanti anni ha; insolitamente calmo, sfoga tutte le sue elucubrazioni mentali sulla morosa di Dello chiedendogli duemila volte il tempo passato. La signora per motivi di anzianità non lo insulta ma si vede lontano un miglio che lo vorrebbe strangolare con le sue manine delicate. Meglio come giornalista che come allenatore. 
Pubblico non pagante voto 10; oltre alla già citata morosa di Dello sempre presente da vera ultras, segnaliamo la presenza sui gremiti spalti del catino di Gimarra di Gago con donzelle al seguito, oggetto misterioso per la truppa Futurese, per la gioia di Fabbroni che è l’unico della squadra giallo nera a fare il riscaldamento nel metro quadrato davanti alla tribuna

1 commento:

  1. Essendo chiamato in causa non posso che apporre il primo commento: Bravo Brando, mi hai fatto passare 5 minuti con il sorriso...ripensando alle mie di pagine giornalistiche degli anni passati! La cronaca è ricca di particolari e le pagelle sono stilose! Questo è lo spirito che a mio avviso dovrebbe regnare sempre nell'ambiente Futura (e dato gli elementi non è facile pensare altrimenti!) Quindi bene BRAVOH e bis (ma non per il risultato, voglio venire a tifare per voi nella fase finale!) Un abbraccio a tutti! da Chel pòr Domenico

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